But you will remember me for centuries

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    Quell'anno l'autunno arrivò presto. La mattina del primo settembre era croccante e dorata come una mela, e quando la famigliola attraversò la strada rumorosa verso l'enorme stazione fuligginosa, i fumi delle auto e il fiato dei pedoni scintillavano come ragnatele nell'aria fredda. Due grandi gabbie sbattevano in cima ai carrelli stracolmi spinti dai genitori; i gufi all'interno gridavano indignati e la bambina con i capelli rossi si trascinava in lacrime dietro i fratelli, aggrappandosi al braccio del padre.
    «Non manca molto, fra poco ci andrai anche tu» tentò di consolarla Harry.
    «Fra due anni» protestò Lily tirando su col naso. «Io voglio andarci adesso!»
    I pendolari fissarono incuriositi i gufi quando la famiglia si aprì la strada verso la barriera tra i binari nove e dieci. Harry udì di nuovo la voce di Albus nel frastuono; i suoi figli avevano ripreso la discussione cominciata in macchina.
    «Non voglio! Non voglio essere un Serpeverde!»
    «James, piantala!» intervenne Ginny.
    «Io ho detto solo che potrebbe» ribatté James, sorridendo al fratello minore. «Non c'è niente di male. Potrebbe essere un Serpe...»
    Ma James colse lo sguardo della madre e tacque. I cinque Potter si avvicinarono alla barriera. Con un'occhiata impertinente al fratellino, James prese il carrello dalla madre e cominciò a correre. Un attimo dopo era sparito.
    «Mi scriverete, vero?» chiese subito Albus ai genitori, approfittando della temporanea assenza del fratello.
    «Tutti i giorni, se vuoi» rispose Ginny.
    «Non proprio tutti» si affrettò a ribattere Albus. «James dice che gli altri ricevono lettere da casa una volta al mese».
    «L'anno scorso gli scrivevamo tre volte la settimana» precisò Ginny.
    «E non devi credere a tutto quello che ti dice su Hogwarts» aggiunse Harry. «A tuo fratello piace scherzare».
    Fianco a fianco, spinsero il secondo carrello, prendendo velocità. Quando arrivarono alla barriera, Albus trattenne il fiato, ma non ci fu nessuno scontro. La famiglia emerse sul binario nove e tre quarti, oscurato dal denso vapore bianco che usciva dal rosso Espresso per Hogwarts. Sagome indistinte sciamavano nella nebbiolina che aveva già inghiottito James.
    «Dove sono?» chiese Albus preoccupato, scrutando le forme confuse lungo il binario.
    «Li troveremo» lo rassicurò Ginny.
    Ma il vapore era fitto ed era difficile distinguere i volti. Separate dai proprietari, le voci rimbombavano in modo innaturale. Harry riconobbe Percy impegnato in un'animata discussione sulle norme relative ai manici di scopa, e fu lieto di avere una buona scusa per non fermarsi a salutare...
    «Credo che siano loro, Al» disse Ginny a un tratto.
    Un gruppo di quattro persone affiorò dalla nebbia accanto all'ultima carrozza. Solo quando Harry, Ginny, Lily e Albus si furono avvicinati, riuscirono a distinguere le loro facce.
    «Ciao» li salutò Albus, immensamente sollevato.
    Rose, che già indossava la divisa di Hogwarts nuova di zecca, gli sorrise radiosa.
    «Tutto bene con il parcheggio?» chiese Ron a Harry. «Io sì. Hermione non credeva che sarei riuscito a superare l'esame di guida Babbano, vero? Pensava che avrei dovuto Confondere l'esaminatore».
    «Non è vero» protestò Hermione. «Avevo assoluta fiducia in te».
    «In realtà l'ho Confuso» sussurrò Ron a Harry mentre caricavano insieme il baule e il gufo di Albus sul treno. «Avevo solo dimenticato di guardare nello specchietto retrovisore, e diciamocelo, per quello posso sempre usare un Incanto Supersensor».
    Sul marciapiede Lily e Hugo, il fratello minore di Rose, erano immersi in un'animata discussione sulla Casa in cui sarebbero stati Smistati una volta a Hogwarts.
    «Se non finisci in Grifondoro ti diserediamo» intervenne Ron, «ma non voglio metterti pressione».
    «Ron!»
    Lily e Hugo risero, ma Albus e Rose erano serissimi.
    «Non dice davvero» li rassicurarono Hermione e Ginny, ma Ron si era distratto. Intercettò lo sguardo di Harry e accennò di nascosto a un punto a una cinquantina di metri da lì. Il vapore per un attimo si diradò e tre perso ne si stagliarono nitide contro la nebbiolina fluttuante.
    «Guarda chi c'è».
    Era Draco Malfoy con moglie e figlio, un cappotto scuro abbottonato fino alla gola. Stava cominciando a stempiarsi, il che enfatizzava il mento appuntito. Il ragazzino gli assomigliava quanto Albus assomigliava a Harry. Draco si accorse che Harry, Ron, Hermione e Ginny lo guardavano, fece un brusco cenno di saluto e si voltò.
    «E così quello è il piccolo Scorpius» commentò Ron sottovoce. «Cerca di batterlo in tutti gli esami, Rosie. Per fortuna hai il cervello di tua madre».
    «Ron, per l'amor del cielo» ribatté Hermione, un po' seria un po' divertita. «Non cercare di metterli contro ancora prima che la scuola sia cominciata!»
    «Hai ragione, scusa» concesse Ron, ma non riuscì a trattenersi e aggiunse: «Non dargli troppa confidenza, Rosie. Nonno Arthur non ti perdonerebbe mai se sposassi un Purosangue».
    «Ehi!»
    James era ricomparso; si era liberato di baule, gufo e carrello, e moriva dalla voglia di raccontare qualcosa. «C'è Teddy laggiù» ansimò, puntando alle sue spalle, verso le nuvole di vapore. «L'ho appena visto! E indovinate cosa sta facendo? Si bacia con Victoire!»
    Guardò verso gli adulti, chiaramente deluso dalla mancanza di reazioni.
    «Il nostro Teddy! Teddy Lupin! Che si bacia con la nostra Victoire! Nostra cugina! Gli ho chiesto cosa stava facendo...»
    «Li hai interrotti?» domandò Ginny. «Sei proprio come Ron...»
    «... e lui ha detto che era venuto a salutarla! E poi mi ha detto di andar via. Si stavano baciando!» aggiunse James, come se fosse preoccupato di non essere stato abbastanza chiaro.
    «Oh, sarebbe bellissimo se si sposassero!» sussurrò Lily estatica. «Così Teddy farebbe veramente parte della famiglia!»
    «Viene già a cena quattro volte la settimana» osservò Harry. «Perché non gli diciamo di venire a vivere da noi e la facciamo finita?»
    «Sì!» esclamò James entusiasta. «A me non importa di dormire con Al... Teddy può prendere la mia stanza!»
    «No» rispose Harry deciso, «tu e Al starete in stanza assieme solo quando vorrò far demolire la casa».
    Guardò il vecchio orologio ammaccato che era appartenuto a Fabian Prewett.
    «Sono quasi le undici, è meglio se salite».
    «Non dimenticare di dare un bacio a Neville!» si raccomandò Ginny a James abbracciandolo.
    «Mamma! Non posso dare un bacio a un professore!»
    «Ma tu sei amico di Neville...»
    James alzò gli occhi al cielo. «Fuori sì, ma a scuola è il professor Paciock, no? Non posso entrare in classe di Erbologia e baciarlo...»
    James scosse il capo per le assurdità della madre e si sfogò tirando un calcio ad Albus.
    «Ci vediamo dopo, Al. Occhio ai Thestral».
    «Pensavo che fossero invisibili. Hai detto che erano invisibili!»
    Ma James rise, si lasciò baciare da sua madre, abbracciò in fretta il padre e balzò sul treno che si andava riempiendo. Lo videro agitare il braccio in
    segno di saluto e correre via lungo il corridoio, a cercare i suoi amici.
    «Non devi preoccuparti per i Thestral» spiegò Harry ad Albus. «Sono creature gentili, non c'è niente di spaventoso in loro. E comunque non arriverai a scuola in carrozza, ci andrai in barca».
    Ginny baciò Albus.
    «Ci vediamo a Natale».
    «Ciao, Al» disse Harry, mentre il figlio lo abbracciava. «Non dimenticare che Hagrid ti ha invitato a prendere il tè venerdì prossimo. Non perdere tempo con Pix. Non sfidare a duello nessuno finché non avrai imparato. E non farti prendere in giro da James».
    «E se divento un Serpeverde?»
    Il sussurro era destinato solo a suo padre, e Harry capì che il momento della partenza aveva spinto Albus a rivelare quanto grande e sincera fosse
    la sua paura.
    Harry si accovacciò in modo che il viso di Albus fosse appena sopra il suo. Era l'unico dei suoi tre figli ad aver ereditato gli occhi di Lily.
    «Albus Severus» mormorò, in modo che nessuno sentisse a parte Ginny, e lei, con molto tatto, finse di salutare Rose, già sul treno. «Tu porti il nome di due Presidi di Hogwarts. Uno di loro era un Serpeverde e probabilmente l'uomo più coraggioso che io abbia mai conosciuto».
    «Ma se...»
    «... vorrà dire che la Casa di Serpeverde avrà guadagnato un ottimo studente, no? A noi non importa, Al. Ma se per te è importante, potrai scegliere Grifondoro invece di Serpeverde. Il Cappello Parlante tiene conto della tua scelta».
    «Davvero?»
    «Con me l'ha fatto» confermò Harry.
    Non l'aveva mai detto a nessuno dei suoi figli e vide la meraviglia sul volto di Albus.
    Ma ormai gli sportelli sbattevano lungo il treno rosso e le figure sfocate dei genitori si avvicinavano alle carrozze per i baci d'addio e le ultime raccomandazioni. Albus balzò a bordo e Ginny chiuse lo sportello alle sue spalle. Dai finestrini più vicini si sporgevano studenti. Un gran
    numero di facce, sia sul treno sia sul binario, erano rivolte verso Harry.
    «Cos'hanno tutti da guardare?» chiese Albus, mentre lui e Rose allungavano il collo per osservare gli altri studenti.
    «Non farci caso» rispose Ron. «È per me. Sono estremamente famoso».
    Albus, Rose, Hugo e Lily risero. Il treno cominciò a muoversi e Harry lo seguì camminando, guardando il viso magro del figlio, già infiammato per
    l'emozione. Continuò a sorridere e a salutare, anche se era come un piccolo lutto vedere suo figlio allontanarsi...
    L'ultima traccia di vapore svanì nell'aria autunnale. Il treno svoltò. La mano di Harry era ancora alzata in segno di saluto. «Non avrà problemi» mormorò Ginny. Harry la guardò e distrattamente abbassò la mano a sfiorare la cicatrice a forma di saetta sulla fronte.
    «Lo so».
    La cicatrice non gli faceva male da diciannove anni. Andava tutto bene.


    Edited by game on - 8/7/2019, 17:57
     
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    «Le nostre scelte sono le chiavi del nostro domani.» le sorrise quella donna vestita di scuro, che ormai da più di mezz'ora stava esaminando. Era bella - lunghi capelli biondi erano nascosti dal suo copricapo; era competente - da quel poco che aveva potuto udire, aveva ottimi titoli di studio; era affascinante - il suo tono di voce, ammaliava i sensi.
    Tuttavia, il suo sguardo non si era mai sollevato dalle mani lisce, che teneva giunte all'altezza delle labbra. Un accenno di timidezza, forse? Malcelato nervosismo? Non le sarebbe sembrata dopotutto una cosa così scandalosa. Nei suoi colloqui le era capitato di vedere praticamente qualsiasi cosa, dai fenomeni da baraccone a veri maghi e vere streghe qualificati.
    «Mi dica di più di lei, signorina...» incalzò la Strega, avvicinando leggermente il busto al tavolo, interessata.
    «Moore. Cassandra Moore.» le ricordò con un sorriso benevolo la misteriosa donna.
    «Cassandra» ripeté la preside «lei ha avuto precedenti esperienze di insegnamento?»
    «In verità no» rispose prontamente la donna «tuttavia...»
    «Tuttavia?»
    «Io...» la donna pareva smarrita.
    «Si?»
    Continuò a fissarla con quello sguardo che si era fatto improvvisamente così vacuo. Sembrava quasi non vederla.
    «Signorina Moore, si sente bene?»
    Non le rispose.
    «Signorina Moore?»
    Fu un attimo. La donna rovesciò la testa all'indietro in un movimento innaturale, gli occhi vuoti e bianchi.

    «Nefanda è la consapevolezza
    di un contorto passato
    Spire di fumo
    Nobil animo ha scongiurato
    Quando il sapere sentenza enuncerà
    troppo tardi, oramai: le menti cadran

    Volute di fiamma - della fedele compagna
    antico vigore emetter farà

    Di squame i soffi - da molto celati
    lontano rancore emetter saprà

    Da nobil progenie - di lontani costumi
    alto lo sguardo,
    chiara la mente
    illustre saggezza emessa sarà

    Umana d'aspetto - ma non di natura
    dolce il sorriso,
    pura creatura
    ultimo appiglio del cuor diverrà

    Luce ed Ombra
    Passato e Futuro
    presto in guerra scender dovran

    Molte le vittime di questo presagio;
    Sciocco, ti dico! Il fato ha deciso!

    Quattro le anime
    Due sole le voci
    Troppe le lacrime
    di errori reciproci.»



    Contrasse il petto.


    Edited by game on - 8/7/2019, 18:05
     
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    prile 2015 // Tutto il Mondo Magico era in fermento. Il nuovo Ministro Sebastian Roosevelt aveva già iniziato a sconvolgere il Popolo Magico con le nuove norme. La prima prevedeva che ogni studente di Hogwarts dovesse rimanere nell'edifico anche durante l'estate, potendo uscire solo per due misere settimane, solo se in compagnia di un adulto. La seconda norma dava l'opportunità agli studenti dell'ultimo anno, di frequentare un altro anno nel quale specializzarsi in diversi campi che nel lavoro che poi verrà intrapreso, saranno fondamentali. Il corso annuale era chiamato E.L.F.O. e, sebbene non fosse obbligatorio, faceva comunque sorgere dubbi ai cittadini dell'intero Regno Unito. Era forse un modo per tenere tutti sotto un pallido controllo? Erano forse corsi nei quali imparare a difendersi, necessità data dal fatto che gli omicidi fossero sempre più frequenti e che gli Auror e la Squadra Speciale non riuscisse più a trovare i responsabili, che sembravano dileguarsi nel giro di pochi istanti dopo il delitto? La risposta sembrava scontata.
    Il Ministero cercava di riacquistare quel potere che stava già perdendo da tempo.


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    F
    ine Aprile 2015 // Nel frattempo, ad Hogwarts veniva organizzata una festa clandestina a causa della quale Rain Scott, Prefetta Grifondoro, assieme al suo amico James Potter, trovò una stanza chiusa a chiave che magicamente s'aprì, facendoli nascondere dal vecchio custode. Fu in questa stanza che trovarono un libro ed una piuma incantati. Quando il ragazzo riuscì a leggere ciò che c'era scritto, scoprirono che era il libro nel quale ogni studente passato, presente e futuro di Hogwarts, veniva ascritto non appena nasceva. C'erano solo nomi ma, quando Rain si avvicinò per osservare il tutto con i propri occhi, il libro si chiuse e si riaprì di scatto. Fu così che venne fuori l'arcano: quattro nomi, di quattro studenti di Case diverse, dello stesso anno e tutti e quattro Prefetti, avevano riportata anche la Casa d'appartenenza. Tra i quattro nomi 'bollati', c'era proprio quello di Rain Scott, che figurava in bella mostra anche la sua Casa: Grifondoro. Non tutti e quattro gli studenti vennero però informati dell'accaduto. Rain raccontò ogni cosa alla Prefetta di Tassorosso, Erin Foster, che promise di aiutarla.


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    I
    nizio Maggio 2015 // Fu così che una volta per tutte, Rain Scott si ritrovò in presidenza, beccata fuori dal dormitorio durante il coprifuoco da Cassandra Moore, professoressa di Rune Antiche. Non appena misero un passo dentro la stanza del preside, però, qualcosa accadde. La professoressa Moore smise di parlare, declamando, come in trans, delle frasi sconnesse e sena senso. Pochi istanti dopo il Cappello Parlante recitò la strofa di Grifondoro della canzone d'inizio anno.
    La Fenice Fanny bruciò, e per un istante fu solo luce.
    Fu così che della fenice non rimasero neppure le ceneri, ma al loro posto vi fu un uomo aitante, biondo e dal sorriso buono, che a quanto pareva conosceva Rain e la professoressa. E che si presentò come Godric Grifondoro, lasciando spiazzata la ragazza. La Moore sembrava quasi aspettarselo, in un certo senso. Era venuta fuori una vecchia profezia. Erano venuti fuori vecchi legami ed era tutto già un enorme, immenso casino che incasinò Rain ed i suoi amici più di quanto volesse far credere.
    E non era che l'inizio.


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    M
    età Maggio 2015 // Molto presto un grave avvenimento turbò la pacifica quanto precaria quiete della scuola magica. Un delitto. La fine di un'epoca. La fine di un mito. Harry Potter, il ragazzo che è sopravvissuto, morto, ai piedi della Torre di Astronomia. Luogo oscuro, ancora carico di un dolore ancora attuale, già all'epoca segnato da inquietanti avvenimenti dannatamente simili a quelli che presto si sarebbero mormorati di labbra in labbra. Si era recato, il mago, al vecchio castello per fungere da giudice esterno per il Torneo Quattromaghi.
    Fu il maggiore tra i figli a trovarlo, quando ormai era già troppo tardi. Molte domande affollarono le menti del Popolo Magico, dai semplici studenti ai membri più alti delle cariche ministeriali. Il San Mungo affermava che non si fosse trattato di un suicidio, come molti avevano erroneamente ipotizzato. Chi era l'assassino invisibile?


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    M
    età Luglio 2015 // Nonostante la morte di Harry Potter, il Ministero sembrava comunque intenzionato a continuare il Torneo Quattromaghi, quasi l'avesse presa come un caso isolato.. lo era effettivamente? Nonostante queste domande, la prima prova si era svolta in ogni caso, e aveva visto vincitrice dei duelli la Serpeverde; la seconda invece, una prova basata sullo sconfiggere le proprie paura, era stata invece vinta dalla Tassorosso. Mancavano pochi giorni prima dell'ultima prova quando era successo l'impensabile: un altro omicidio. Questa volta, però, era morto uno studente Serpeverde, legato per i polsi ad una trave del Bagno di Mirtilla Malcontenta. Erano state riaperte le indagini, gli Auror avevano setacciato la scuola e la stanza del delitto, ma il Ministero brancolava nel buio. Ancora non si capiva se i due omicidi, così dissimili tra loro, fossero attuati da una stessa persona, ma si era propensi a pensare di sì. Un serial killer aveva ucciso due persone ad Hogwarts, e si pensava che vi centrassero i Mangiamorte. Infatti, non era certo passato inosservato il Marchio Nero apparso nelle coste di un'isola scozzese, qualche mese dopo, proprio durante una lezione fuori sede di Hogwarts, da sempre uno dei luoghi più sicuri del pianeta. Ma lo era ancora?


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    F
    ine Novembre 2015 // Pochi giorni dopo all'apparizione del Marchio Nero, v'era stata una riunione clandestina che vedeva presenti alcuni eletti tra gli studenti di Hogwarts, e altre figure illustri e ben conosciute lì nell'oscurità e a Notturn Alley. Si era trattata di una vera e propria iniziazione, capeggiata da Mintaka Izart, ora a capo dei rimanenti Mangiamorte. Aveva iniziato, la Signora Oscura, a cercare di reclutare più adepti possibili. Le file del male si stavano riempiendo pian piano, mentre tutti continuavano ad ingegnarsi per trovare l'omicida, colui che aveva ucciso, seppur finalmente, Harry Potter. Il Male sembrava tornare all'attacco... ed il Bene?


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    I
    nizio Gennaio 2016 // Era da poco iniziato il nuovo anno, quando era successo. Ancora. Il nuovo anno doveva simboleggiare la rinascita della Società Magica, o così aveva espresso calorosamente il Ministro. Ed era avvenuto l'ennesimo omicidio. Questa volta Hogwarts aveva compianto l'anima di una delle più giovani promesse del Mondo Magico. Diane Parker era stata pugnalata allo stomaco dal famigerato assassino. Ancora una volta, nessun indizio, nessuna prova. I professori non sapevano più che fare; il Ministero brancolava nel buio e la quiete che un tempo era stata così agognata, sembrava ormai solo un miraggio. Un pio desiderio di una società che si stava sfaldando. I profiler avevano elaborato una teoria, ma sembrava ancora campata per aria. Gli studenti iniziavano a scaldarsi, preoccupati di essere loro stessi delle vittime di quell'atroce massacro. Come salvarsi?


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    M
    età Febbraio 2016 // Una fenice, un basilisco, ed ora un fantasma. Sembrava come se le antiche forze dei fondatori di Hogwarts si stessero risvegliando, accompagnati dagli inquietanti versi della taciuta profezia. Godric ed Helena, il cui spirito si è ritrovato a prendere posto nelle sembianze della Dama Grigia, si ritrovano a discutere di antichi poteri, conflitti e faide mai risanate. I misteriosi omicidi e le loro apparizioni sembrano apparentemente collegate. Una sorta di patto, di anima per anima. Salazar sembrano pensare. Un uomo - od uno spirito - certamente potente, seppur imprigionato nelle sembianze di un basilisco. Le supposizioni e le congetture fioccavano, sia tra i vecchi pilastri di un mondo ormai allo sbando che tra le sue più giovani promesse.
    Qual'era la verità? Chi aveva ragione? Dov'era il legame tra tutto quello che stava succedendo?


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    I
    nizio Maggio 2016 // Un altro omicidio macchiò di rosso la precaria atmosfera di tranquillità che Hogwarts, ancora una volta cercava di ricostruire. Il quarto. Paradossalmente, qualcuno avrebbe potuto dire che ci si era abituati a quelle morti improvvise ed ancora inspiegabili. Nulla sarebbe mai stato più falso. Ogni volta era come la prima volta e sicuramente l’incredibile macabra fantasia che l’assassino sembrava sfruttare per rendere la morte di ogni sua vittima differente dall’altra non aiutava. Josh Beckendorf era stato trovato come parte di qualcosa che si sarebbe potuta definire quasi come un’opera d’arte, nel suo raccapricciante esistere. Il ventre aperto, completamente riempito di fiori di un imprecisato colore, le braccia un tutt'uno con l’albero.
    Grifondoro, Serpeverde, Corvonero, Serpeverde. Il legame sembrava saltato. Quanto c'era di verità nelle teorie che ciascuno aveva formulato? Dov'era Tassorosso?


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    F
    ine Maggio 2016 // Solo la morte sarebbe stata meglio di quella verità. Una verità, un nome che era stata la domanda di ciascun membro del popolo magico. Eppure, ora la risposta non sembrava nient'altro che un grosso boccone amaro. Poteva, l'assassino, essere così simile alle proprie vittime? Apparire ancora con un aspetto così candido e delicato? Possedere una tale innocenze intrisa di sangue?
    L'assassino, che presto si sarebbe scoperto essere un erede ibrido tra Tassorosso e Serpeverde, si rivelò lì dove tutto sembrava essere iniziato. Nel frattempo, tuttavia, anche Tosca Tassorosso sembrava essersi rivelata, prendendo posto nel corpo di Cassandra Moore. Una fenice, un basilisco, un fantasma ed ora un'umana. Il cerchio sembrava finalmente completo. Cosa sarebbe successo adesso? Cosa aveva causato il risveglio dei quattro fondatori?


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    F
    ine giugno 2016 // Mentre Jessica Diana Hart veniva ricoverata al San Mungo, Mintaka Izart con il suo ordine, molto più corposo rispetto ad un anno prima, tra alleanze e matrimoni, era sempre più prossima al raggiungimento del controllo dell'intero Mondo Magico. Avrebbe presto contattato la stessa assassina per, venuta a sapere della particolare discendenza di quest'ultima, utilizzarla per risvegliare lo spirito di Salazar, intrappolato all'interno del suo corpo di scaglie e farlo aderire alla propria causa. Il suo progetto sarebbe andato a buon fine?



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    I
    nizio luglio 2016 // Hogwarts sembrava, ancora una volta, tornata alla normalità. La minaccia dell'assassino era stata scongiurata, la fine dell'anno si stava avvicinando e con questa, come ogni anno, anche il ballo finale. Altri oscuri avvenimenti sarebbero però accaduti durante la serata, segnando la vita di chi sarebbe sopravvissuto per sempre. Era appena mezzanotte quando i mangiamorte si materializzarono ad Hogwarts. I primi urli squarciarono l'aria. I primi feriti. I primi morti. La seconda battaglia di Hogwarts era iniziata.
    Nel frattempo, nella Camera dei Segreti tre figure erano impiegate in un antico rituale, guidate dalla voce suadente di Salazar e da quella più autoritaria di Mintaka Izart. Una quarta (Albus Potter) sarebbe presto giunta guidata dal fondatore di Serpeverde, che avrebbe preso il suo corpo così come Tosca aveva fatto con Cassandra Moore. Una quinta persona (James Potter), posseduto a sua volta da Godric Grifondoro, tuttavia avrebbe impedito lo svolgimento completo di questo rito, uccidendo il fratello.
    Eliminato lo spirito di Salazar, anche gli altri fondatori arrivarono velocemente al loro epilogo, chi colpito durante la battaglia, chi semplicemente attendendo.
    Poco importava tuttavia questo mero fallimento nel piano della Izart che, smaterializzandosi con i Mangiamorte, all'arrivo della squadra Auror, diretta al Ministero.

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    Edited by game on - 8/7/2019, 19:53
     
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    uova ambientazione // Il Ministero era caduto. La profezia ed i fondatori già solo un lontano ricordo.
    Mintaka Izart e Ezra Dean erano al capo di un Nuovo Mondo Magico, che fin da subito sarebbe stato segnato da importanti riforme.
    Prima tra tutte, la divisione tra studenti mezzosangue, che ora si sarebbero recati ad un istituto specializzato (Istituto Crosswort) per affinamento delle abilità intrinseche, e purosangue, che sarebbero rimasti ad Hogwarts.
    I poteri del Governo Magico erano stati revisionati e modificati. La squadra Auror ampliata, il ruolo di Azkaban ridotto.
    Pochi però sapevano quale sarebbe stato il prossimo obbiettivo della riforma, la chiave che avrebbe permesso il tanto atteso cambiamento finale: i Babbani.

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    F
    ine settembre 2016 // "Babbani al Crosswort" era il titolo scritto in caratteri cubitali nella seconda pagina della Gazzetta del Profeta. Si era aperta da quel momento la stagione delle riforme e dell'inclusione. Famiglie babbane che già avevano avuto modo di conoscere il mondo magico - e quindi famiglie di nati babbani - erano state invitate caldamente a far frequentare l'Istituto Crosswort anche dai propri figli minori. Si era infatti scoperto che il gene della magia, studiato nei laboratori Churchill, era presente in parte anche nei Babbani. Questa scoperta è stata, perciò, rivoluzionaria e ha permesso a babbani e magonò di frequentare l'Istituto, riuscendo perciò a ricevere una formazione magica per poi inserirsi nel mondo magico. La rivoluzione del Ministro Dean e della moglie era perciò iniziata.

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    ine ottobre 2017 // L'impensabile era avvenuto. Il referendum per l'unificazione della comunità inglese di maghi e babbani era stato approvato con il 61% di voti favorevoli. Comunità magica e comunità babbana del Regno Unito, perciò, iniziavano a coesistere e cooperare. Il Ministro Dean aveva puntato sull'integrazione di maghi e babbani attraverso diverse riforme, a partire dal campo dell'istruzione: bambini di famiglie babbane e magiche iniziavano per la prima volta ad andare a scuola assieme fin dalla tenera età dei 3 anni. Oltre a questo erano state portate avanti delle nuove riforme per preparare al meglio i maghi che sarebbero entrati nel mondo del lavoro: era stato infatti aperto il Complesso delle Scuole Nuove di Londra. Aperte a babbani che abbiano frequentato il Crosswort e ad ex studenti di Hogwarts queste scuole sono l'opportunità di specializzarsi in professioni che nelle ultime decadi non sono state adeguatamente valorizzate.

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